Amadio, Perini FdI. Un accesso dibattito si è acceso sull’eventuale passaggio della Chiesa degli Olandesi alla Comunità Islamica di Livorno. Un netto No dall’area di centrodestra.

Livorno 14 novembre 2025
La notizia
La notizia di un possibile accordo tra la Congregazione Olandese-Alemanna e la Comunità Islamica livornese per la cessione del Tempio degli Olandesi e la sua trasformazione in Moschea desta preoccupazione e ferma opposizione da parte di tutti coloro che hanno a cuore la storia e il patrimonio architettonico della città.
Il Tempio degli Olandesi, eretto nel 1864 su progetto di Dario Giacomelli, non è un semplice edificio, ma una testimonianza storica unica: l’unico esempio neogotico significativo in Toscana.
La sua conversione in Moschea, per quanto legittima in linea di principio, rappresenta una perdita identitaria inaccettabile.

La Congregazione Olandese
Secondo quanto riportato dalla Congregazione, l’ente aveva proposto la cessione dell’edificio al prezzo simbolico di un solo euro.
Un’occasione d’oro per lo Stato e la città di acquisire un bene storico e di farsi carico del restauro (stimato tra i 600.000 e i 700.000 euro), garantendone la conservazione per la collettività.
“L’ente, che ovviamente poi si sarebbe dovuto far carico dei lavori, ha detto ‘vi faremo sapere’. E non abbiamo poi saputo,” è la dichiarazione del governatore Massimo Sanacore.
L’Amministrazione ha preferito ignorare una situazione di degrado (già notata nel 2010 e aggravata dal cedimento strutturale del 2023), mettendo così in serio pericolo un monumento che, ironia della sorte, era stato risparmiato dai bombardamenti bellici.
Il sindaco Luca Salvetti sottolinea che «anche se la cessione al simbolico prezzo di un euro fosse possibile andrebbero valutati gli impegni successivi per il restauro di un bene colpevolmente lasciato in stato di abbandono. Il Comune dovrebbe fare tutto questo con i soldi dei cittadini e con un impegno di opera pubblica che dovrebbe essere inserito nel prossimo piano triennale. Dopo ci sarebbe anche da ragionare sulla destinazione (che per me dovrebbe essere a museo o auditorium) e sul centro di costo gestionale che andremmo a creare».
Insomma, secondo Salvetti «non può passare il messaggio che chi ha strutture grandi e prestigiose lasciate in abbandono le dà all’amministrazione che deve accollarsi tutta una serie di impegni con un bilancio che già fa i salti mortali per garantire servizi e strutture primarie ed essenziale».
La comunità islamica
L’altra opzione prevede il coinvolgimento della comunità islamica. Sanacore ha infatti detto che ci sono stati contatti per una possibile cessione dell’immobile che potrebbe essere adibito a moschea. «Abbiamo visto l’immobile due anni fa ed eravamo interessati – racconta Kassadi -, ma ci sono molti lavori da fare e servirebbero troppi capitali». L’interesse, comunque, rimane. «Se sono interessati anche loro (quelli della congregazione Olandese – Alemanna, ndr) potremmo investirci insieme, per esempio conservando la facciata e modificando parte dell’interno».
L’opzione
Da una decina di anni a questa parte la comunità islamica di Livorno, che conta più di mille appartenenti, prega nella moschea di via Guarini, nella zona del Picchianti, in un edificio riconosciuto come luogo di culto a tutti gli effetti. Bene, di questa struttura il Tempio sugli scali degli Olandesi sarebbe un’alternativa. «Se dovessero prendere quello – conclude il presidente Said Kassadi – vendiamo l’immobile al Picchianti, così da utilizzare i soldi per la nuova costruzione».
Le reazioni del centrodestra
Amadio e Perini:«Siccome noi ci teniamo a conservare le nostre radici, la nostra memoria e le nostre tradizioni lì la Moschea non vi deve stare». «No alla Moschea nel centro della città». Critici Ghiozzi e Palumbo: «Si blocchi la vendita». Ceccardi: «Un fallimento».
Livorno. Un no secco alla possibilità che sia prevista una Moschea nel centro della città viene da Carlo Ghiozzi, segretario provinciale Lega e capogruppo in Comune, da Michele Gasparri, segretario comunale della Lega, dall’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi e da Marcella Amadio, consigliere regionale di FdI, Alessandro Perini e Alessandro Palumbo, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia.


Il nodo dell’ Intesa
L’Islam non ha un’intesa con lo Stato italiano, come previsto dall’articolo 8 della Costituzione, e la sua legge (Sharia) è in conflitto con le leggi italiane.
Questo è visto come una condizione non soddisfatta per la piena integrazione religiosa nel quadro normativo italiano.
Finanziamenti esterni
Esiste una posizione che è critica verso i finanziamenti esteri per la costruzione di moschee, citando il caso dei milioni del Qatar che sono serviti per finanziare in Italia la costruzione di 43 moschee, tra cui quelle di Ravenna, Catania, Piacenza, Colle Val d’Elsa, Vicenza, Saronno, Mirandola.
Le religioni che hanno stipulato un’Intesa con lo Stato italiano beneficiano principalmente della possibilità di ricevere fondi tramite l’otto per mille dell’IRPEF, destinati a sostegno delle loro attività. Inoltre, le Intese possono prevedere agevolazioni fiscali specifiche per gli enti religiosi e il riconoscimento di determinati servizi o attività, come ad esempio quelli nel campo dell’assistenza sociale.
Esempi di Intese
Tavola Valdese: È la prima confessione ad aver stipulato un’intesa con lo Stato, recepita con legge.
Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno: Ha stipulato un’intesa, che è stata oggetto di modifiche successive.
Assemblee di Dio in Italia;
Unione delle Comunità Ebraiche Italiane;
Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia;
Chiesa Evangelica Luterana in Italia;
Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova in Italia: Ha stipulato un’intesa, attualmente oggetto di discussione
Contesto attuale
Attualmente, ci sono solo poche moschee riconosciute ufficialmente in Italia, e molte delle strutture di culto islamico sono considerate non ufficiali.
L’area dei partiti di destra.ha sostenuto nel tempo una politica più restrittiva nei confronti dell’Islam e delle sue pratiche.
In Italia, la maggior parte degli spazi di culto islamico non ha la struttura architettonica di una moschea tradizionale, ma sono spesso sale di preghiera o centri culturali.
Il diritto alla preghiera non può mai essere impedito. Il diritto di culto ugualmente non può essere impedito, ma deve essere esercitato all’interno delle leggi urbanistiche.

La moschea di Roma, inaugurata nel 1995, sorge nella zona nord della città ai piedi dei monti Parioli, è sede del Centro islamico culturale d’Italia. È il principale luogo di culto della comunità musulmana a Roma e il più grande in Europa. L’edificio ricopre una superficie di circa 30.000m².