Vicepresidente Mia Diop, schleniana di ferro, PD diviso, le reazioni nel parterre politico

Posta dei Lettori: Elisa Giordano

La nomina di Mia Diop a vicepresidente della Regione Toscana ha suscitato non poche perplessità.

Prima di questo incarico, Diop era consigliera comunale a Livorno e studentessa universitaria. Non risultano esperienze amministrative regionali precedenti né incarichi di rilievo a livello istituzionale.

Eppure, il presidente della Regione l’ha scelta come numero due della giunta, un ruolo di grande responsabilità politica e gestionale. La vicenda solleva una domanda cruciale: quanto deve pesare il curriculum e l’esperienza nella scelta dei vertici istituzionali?

Molti giovani del PD, con anni di militanza, competenze consolidate e lauree in discipline rilevanti, si trovano oggi scavalcati da nomine che sembrano privilegiare logiche mediatiche o di immagine. Il dibattito non riguarda solo una persona, ma il futuro del partito e la percezione della politica come strumento meritocratico.

La mia solidarietà ai giovani meritevoli del PD, che si sono visti scavalcare nonostante esperienza e preparazione, e la frustrazione che deriva dal vedere candidati più competenti lasciati da parte, resta un sentimento condiviso da molti osservatori e militanti.

In conclusione, se vogliamo una politica che ispiri fiducia e credibilità, dobbiamo tornare a valorizzare la competenza, l’esperienza e il merito, affinché le nomine non siano solo una questione di visibilità o strategia politica, ma riflettano veramente chi è pronto a governare e a servire i cittadini.

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