Reggio Emilia, una scuola “cancella” Gesù da una canzone natalizia, la comunità insorge e così la Lega: “Scelta diseducativa, è una festa cristiana”

L’ambito è sempre lo stesso: la rivisitazione a scuola della tradizioni natalizie per non offendere altre religioni e gli studenti di origine straniera. E anche la reazione è sempre la stessa,- e in particolare la Lega – che insorge, così da più parti su emittenti televisive nei programmi di attualità.
L’ultimo caso riguarda una scuola di Reggio Emilia, che ha “cancellato” la parola “Gesù” dai testi delle canzoni natalizie riscrivendo la tradizionale recita.
“Censurare Gesù dalle canzoni di Natale nelle scuole di Reggio Emilia è una deriva inaccettabile – ha attaccato il capogruppo leghista in Consiglio comunale, Alessandro Rinaldi –. Alla scuola elementare San Giovanni Bosco di via Bismantova è stato modificato il testo della canzone ‘Din Don Dan’, eliminando il riferimento al buon Gesù in nome dell’inclusione. Una scelta sbagliata, ideologica e profondamente diseducativa. Il Natale ha un’identità chiara: è una festa cristiana”.
“Gesù” è stato fatto scomparire da due strofe e sostituito da frasi che non hanno alcun riferimento alla cristianità. Il testo in questione è la versione italiana di Jingle Bells. “Aspettando quei doni che regala il buon Gesù” è diventato “Aspettano la pace e la chiedono di più”. Mentre “Oggi è nato il buon Gesù” si è trasformato in “Oggi è festa ancor di più”.
Ma allora, c’è bisogno di cancellare la parola Gesù che dovrebbe essere una parola che unisce sotto il segno davvero dell’amore senza scadere nella retorica ma, perché andare a cancellare nelle canzoni di Natale dei bambini la parola Gesù?
Lo sconcerto e le domande che si pongono nei programmi di attualità televisivi.
“Cancellare Gesù non significa includere: significa negare la nostra storia, la nostra cultura e le radici”.
Dott.ssa Psichiatra Sarah Viola:
E come mai noi ci permettiamo di arrogarci il diritto di togliere il senso di identità, di continuità, di storia ai nostri bambini?
Non è mancanza di rispetto avere la propria identità.
Mancanza di rispetto è offendere l’identità dell’altro, non accogliere l’identità dell’altro.
Ma se tu ti azzeri, se tu cancelli la tua identità, non accogli nessuno, non sei in grado di accogliere nessuno perché non esisti più.
E i nostri bambini decideranno poi loro chi è Gesù, cosa pensano di lui, quanto lo amano, quanto no, quanto sono credenti o no. ma perché noi dobbiamo oscurare a loro il senso della loro storia e della loro appartenenza?
Questo non è rispetto di nessuno.
Criminologa: Anna Vagli:
Io sono d’accordo con la dottoressa Viola perché noi accogliamo le persone che vengono nel nostro Paese, quindi, questo fa parte di tutto quello che è il nostro bagaglio culturale e di credo religioso.
Togliendo e cercando di andare a scavare, a togliere quelli che sono i nostri valori, rischiamo noi stessi di avere pregiudizi rispetto a quelle che sono le nostre tradizioni e, paradossalmente dal mio punto di vista, si ha l’effetto contrario rispetto all’integrazione.
Allora, se io fossi il papà di uno dei bambini di questa scuola, rivendicherei, – afferma l’avvocato Gian Ettore Gassani – il diritto di mio figlio di cantare le canzoni che poi cantiamo anche nel nostro privato, dentro la nostra famiglia.
“Disturba, può disturbare”, dicono, “gli altri bambini, i genitori degli altri bambini?” Non lo so. Io non capisco.
Follia, è la logica di queste decisioni, per fortuna soltanto di alcune, perché includere non significa escludere la propria cultura, le proprie radici, il Natale non è soltanto una festa dove ci si scambia regali, è l’epicentro di tutta la nostra cultura, la nostra storia.
Quindi, si crede che si possa anche accettare le feste degli altri, favorire la festa degli altri.
Ma non per questo si deve togliere Gesù dalle preghiere, dalle canzoni o il presepe dalle tradizioni.
Io toglierei mio figlio da una scuola del genere, subito. Gian Ettore Gassani
Rita Cavallaro, giornalista:
Io penso, nel senso che, essendo figlia di un insegnante, proprio di scuola primaria so come funzionano queste vicende e questo avviene quando entra secondo me poi nel collegio dei docenti la politica.
Un’integrazione non può esserci se non è veramente accompagnata da valori perché cancellare una canzone non vuol dire integrare. Tu inserisci tutto e insegni ai bambini che ci sono più culture, ma non che la tua deve essere cancellata.
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Ci dovrebbero essere delle linee guida ministeriali che dovrebbero impedire, in ogni caso, iniziative scellerate dei singoli che vanno ad operare questo tipo di azioni. che sono del tutto volontarie perché, appunto, non nascono da esigenze, quasi mai nascono da esigenze specifiche.
Oggi la cucina italiana è patrimonio mondiale dell’UNESCO, eppure nella mensa si inseriscono tanti cibi di altre tradizioni proprio perché, appunto, ci teniamo a questa integrazione.
Ma noi crediamo che sul Natale non si debbano fare e accettare compromessi perché questa è la religione del nostro Paese.