E c’è chi da più parti invita le famiglie a non mandare i figli alla recita del 17 dicembre.

Si infiamma la polemica dopo la scelta delle maestre di una versione modificata di “Jingle Bells”.
Divampa la polemica in un piccolo comune in provincia di Grosseto. Tutto nasce dalla versione modificata di “Jingle Bells” proposta per la recita natalizia del 17 dicembre.
Divampa la polemica in una scuola.
Come riporta Maremma Oggi le insegnanti avrebbero eliminato i riferimenti religiosi, incluso il nome di Gesù, per garantire la laicità dell’istituto. Il testo descrive la renna al Polo Nord che porta doni ai bambini buoni, scelta che ha provocato dissenso nelle chat di classe dopo la distribuzione del libretto.
La dirigenza scolastica e gli insegnanti hanno deciso eliminare il nome di Gesù ed altri simboli religiosi, una decisione che ha suscitato molte reazioni da parte dei genitori.
La scuola ha chiarito che “la scelta non è aperta a modifiche”: la canzone resta quella proposta, senza il nome di Gesù.
Il testo – riscritto – inizia così
La renna al Polo Nord, scampanellando va, le strenne porterà a tutti I bimbi buoni e dalle alpi al mar, i bimbi di quaggiù aspettando quei doni che regala il buon Natal
La Laicità usurpata
Una scelta pensata per garantire la laicità dell’istituto, ma che per molte famiglie è diventata di un eccesso di zelo.
Secondo loro questa sarebbe una cancellazione identitaria più che un atto di equilibrio.
Una posizione anti-religiosa che irrompe, viola valori e simboli di Fede che istituzioni laiche devono invece rispettare in quanto espressione di identità individuale o collettiva.
La scuola, da sempre un luogo di formazione e confronto, si trova ora al centro di una discussione che va oltre le mura dell’istituto, provocando malumori.
Se nascondiamo quelle che sono le nostre vere radici non facciamo un piacere a nessuno. Piuttosto la laicità che liberamente si rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa.
L’inclusione è, e deve essere, riconoscimento leale della reciproca cultura: su questo non sono disposto a scendere a compromessi. (Gino Giovannetti)
Le reazioni della Comunità
Un’ intera comunità si interroga sul perché di questa scelta. Abbiamo raccolto le reazioni di professori che esprimono disappunto sulla motivazione del provvedimento ed evidenziano come tale azione non trova riscontro in nessuna attuale normativa scolastica. I docenti hanno inoltre richiamato recenti direttive del Ministero dell’Istruzione e del Merito e sentenze di Cassazione, sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e di un confronto tra le famiglie con la parte docente prima di prendere decisioni di tale impatto.
Sullo stesso avviso sono cittadini che esprimono la delusione per le modalità adottate e auspicano un “immediato ripensamento” da parte della scuola, portando così il confronto all’interno della scuola.
Il messaggio di pace del Natale non è certo una minaccia o un ostacolo all’incontro tra culture differenti. Così come non lo sono i simboli cristiani che riassumono l’identità della nostra gente e delle nostre comunità, un’identità che è il frutto della nostra storia e va oltre il puro aspetto religioso. (Luca Zaia)
E da più parti arriva l’invito alle famiglie di non mandare i figli alla recita
Decisamente non piace quel
“NON si tratta”, è davvero troppo.
Basterebbe minacciare di non mandare i bambini alla recita. Come fanno gli atei e i musulmani.
Autori: Vito Capogna, Laura Petreccia