Il Comune di 𝐂𝐨𝐥𝐥𝐞𝐬𝐚𝐥𝐯𝐞𝐭𝐭𝐢 ha adottato il suo primo 𝐁𝐢𝐥𝐚𝐧𝐜𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐆𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞

Uno strumento per condurre l’azione amministrativa con un’ottica di genere

Collesalvetti 22 novembre 2025 – Ieri, in  mattinata nella Sala di Rappresentanza del Municipio è stato presentato il primo Bilancio di Genere del Comune.

Nel corso della seduta del Consiglio Comunale è stato formalmente consegnato alla Presidente della Commissione Pari Opportunità Comune di Collesalvetti Elisa Salvadori il primo Bilancio di Genere 2025 del Comune di Collesalvetti. Il documento è stato redatto dall’Amministrazione comunale con il supporto tecnico di Provincia di Livorno Sviluppo srl e Studio Come srl, segnando un momento cruciale nell’impegno dell’Ente verso la parità e l’equità sociale.

Un documento che analizza e valuta le scelte politiche e gli impegni economico-finanziari di un’amministrazione in un’ottica di gender mainstreaming, incorporando cioè nel programma amministrativo e nella declinazione dei suoi obiettivi una prospettiva di genere. Il bilancio da documento contabile e specchio delle scelte politiche di un’amministrazione arriva a ricomprendere nei diversi momenti della programmazione, attuazione e valutazione dell’impatto se le scelte organizzative operate dall’ente agiscano su bisogni differenziati, in sintesi che tutti – donne e uomini – ne traggano beneficio.

Focus sul bilancio di genere e problematiche evidenziate a livello nazionale
 
L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha realizzato un Focus per evidenziare le principali caratteristiche e problematiche connesse con il bilancio di genere, alla luce della sperimentazione di questo strumento a livello nazionale recentemente rilanciata nell’ambito della riforma della struttura del bilancio dello Stato.
Nonostante i progressi realizzati negli anni più recenti, l’Italia continua a essere tra i paesi caratterizzati da elevati divari di genere: bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, minore tasso di occupazione, segmentazione orizzontale e verticale, scarsa presenza nelle posizioni apicali delle imprese quotate e dei governi locali.
 
Una sistematica valutazione, ex ante ed ex post, delle politiche pubbliche in un’ottica di genere potrebbe costituire un utile supporto per azioni miranti a incidere sul divario di genere. Il bilancio di genere è lo strumento riconosciuto internazionalmente come utile a indirizzare le politiche pubbliche in questa direzione.
 
Il Focus fornisce una descrizione sintetica di cosa si intende per bilancio di genere, sottolineando che non si tratta, come spesso erroneamente considerato, di una nuova forma di bilancio che si aggiunge a quelle esistenti, ma soprattutto di un’analisi di impatto con ottica di genere delle politiche pubbliche.

Photo by Altalex.com

Emerge un quadro frammentario e discontinuo
 
L’analisi si sofferma sull’esperienza italiana realizzata soprattutto a livello locale, illustrando i principali recenti riferimenti normativi e le caratteristiche e i modelli prevalenti nei tentativi di bilancio di genere realizzati nel nostro Paese. Nell’ambito di questa rassegna, emerge un quadro frammentario e discontinuo in cui il gender budgeting consiste, in molti casi, in poco più di una analisi di contesto. Solo sporadicamente si registrano forme di coordinamento tra le varie realtà amministrative e quasi sempre le singole analisi di genere non sono confluite in un progetto più ampio che interessi l’intera Amministrazione, non essendo finora previste linee-guida comuni generalmente valide.

Quantificazione dell’impatto degli interventi

La quantificazione dell’impatto degli interventi pubblici sul divario di genere e su altre forme rilevanti di disuguaglianza, viene rilevato nel Focus UPB, assumerebbe maggiore efficacia se effettuata nel contesto di una valutazione complessiva e sistematica, ex ante ed ex post, delle politiche pubbliche, nell’ambito di un bilancio orientato alla performance.

Affinché il bilancio di genere non si traduca in un esercizio contabile, l’analisi andrebbe concentrata soprattutto in quei settori in cui è più evidente una disparità di genere, attraverso lo sviluppo di indicatori specifici di risultato, in grado anche di indirizzare le politiche pubbliche. È opportuno altresì coordinare la sperimentazione sul bilancio di genere con le altre iniziative in corso relative all’uguaglianza di genere, soprattutto con riferimento all’applicazione degli indicatori di benessere (BES) e all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

Scetticismo e visione ideologica dello strumento

Il Bilancio di Genere viene visto da più parti come uno strumento ideologico, che può portare a misure discriminatorie e a una visione parziale e distorta della realtà e a una eccessiva spesa. Si critica l’eccessiva burocrazia e il potenziale spreco di risorse.Si teme che possa portare a un’eccessiva attenzione a singole questioni di genere a discapito di altre priorità sociali ed economiche.

Questa diversità di opinioni riflette un dibattito più ampio all’interno della società italiana, che cerca di conciliare le esigenze di equità con le priorità economiche e sociali.

La realizzazione del bilancio di genere richiede, tuttavia, la disponibilità di dati tempestivi, di qualità elevata, armonizzati a livello nazionale e coerenti con quelli sovranazionali, per individuare le macroaree di intervento e monitorare i progressi realizzati.

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Fonte: UFB Ufficio Parlamentare di Bilancio

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