
di Laura Petreccia
Con la maglia di Charlie Kirk, Roberto Vannacci, alla sua prima volta sul palco da vicesegretario della Lega, incentra il discorso sull’odio politico.
“Siamo come Charlie Kirk e ne porteremo l’eredità, nel sangue, nelle vene e in mezzo alla gente. No non ho paura però sono consapevole del rischio e come ho fatto in tutta la mia vita gestisco il rischio, la scorta me la faccio da solo.”
Il generale, reduce da un tour nelle Marche e nella sua Toscana, è il fattore K della Lega, l’incognita che potrebbe rimescolare le carte, “vannaccizzando” quello che è il partito più longevo del Parlamento di oggi.
“Io, un giorno segretario della Lega? No, continuo il mio lavoro in Parlamento europeo”, dice ai giornalisti prima di salire sul palco. Ma è pur vero che Matteo Salvini sarà alla guida del Cartoccio fino al ,2029. “Via l’immunità a Ilaria Salis”, aggiunge. E a chi gli chiede come si organizzerà nella sua Toscana, al voto in autunno, risponde: “Le liste hanno tutte l’ok di Salvini”.
L’arrivo inaspettato di Matteo Salvini
Sotto il gazebo arriva anche il segretario della Lega, che non a caso ieri è andato a fare gli auguri di persona a Umberto Bossi per i suoi 84 anni. Matteo Salvini cerca di tenere insieme le varie anime del partito.
Soprattutto quelle che vedono nel generale una figura che sposta il partito verso i valori di una volta di un tempo dalle parole chiave verso lidi sempre più sovranisti.
I due, dopo il comizio di Vannacci, si stringono la mano a prova di unità di intenti. La vera prova del fuoco sarà oggi sul pratone. 21 09.2025
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