Da luglio il servizio diventa a pagamento, ma per ora, non per tutti.

Negli ultimi giorni si è parlato molto della possibilità che lo SPID diventi a pagamento. Ma la realtà è un po’ diversa da come viene raccontata in alcuni articoli.
Uno dei principali gestori italiani di Spid è Infocert ed ha annunciato l’introduzione di un canone annuale di circa 6 euro, allineandosi così alla decisione presa nei giorni scorsi anche da Aruba, un altro importante identity provider, che ha dichiarato che il suo servizio non sarà più gratuito.
Da luglio per i clienti di Infocert avere l’identità digitale non sarà più gratuito.
👉 Solo alcuni provider stanno valutando l’introduzione di costi per il rilascio o il rinnovo dello SPID.
I gestori dell’identità digitale, infatti, sono soggetti privati o a partecipazione pubblica, come Poste Italiane, che continuerà a offrire lo SPID gratuitamente.
All’origine della decisione per i provider ci sarebbe anche la necessità di coprire i costi in attesa dello sblocco di risorse previste dal governo. “I 42 milioni di euro ai fornitori di Spid stanno per essere erogati”, spiega Mario Nobile, dir.gen. Agenzia per l’Italia digitale. “La previsione di pagamento esiste dal 2019, ma ricordiamo ai cittadini che è possibile usare la carta d’identità eletronica per accedere gratis a tutti i servizi online”.
Il rinnovo a pagamento di Infocert non è automatico: chi non esprime il consenso non vedrà addebitato nulla ma non potrà utilizzare il servizio. Come si legge nella mail che Infocert ha mandato ai suoi utenti, viene sottolineato come Infocert abbia “offerto lo Spid gratuitamente” per 10 anni andando a “promuovere l’accesso alla digitalizzazione” per i cittadini italiani. Per recedere dal contratto con Infocert è possibile: inviare una PEC all’indirizzo revoca.spid@legalmail.it; inviare una raccomandata a/r.
💡 E per chi cerca un’alternativa, c’è la CIE (Carta d’Identità Elettronica): uno strumento interamente pubblico e gratuito, che permette di accedere agli stessi servizi digitali della Pubblica Amministrazione.
Nel frattempo, i gestori hanno richiesto un sostegno economico per coprire i costi operativi e di manutenzione del sistema. Il governo ha promesso un finanziamento di 40 milioni di euro, inserito in un emendamento al decreto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).