Posta dei Lettori: Elisa Giordano
Negli ultimi anni, in tutto l’Occidente, si assiste a un costante spostamento del voto verso destra, mentre i partiti tradizionali vengono puniti dagli elettori.

Eppure, pochi si fermano a interrogarsi sul perché questo stia accadendo.
È davvero possibile che intere popolazioni siano “impazzite” all’improvviso?
O forse ciò che viene etichettato come “fascismo” è in realtà il sintomo di una richiesta di cambiamento, di un’evoluzione etico-morale che segue ritmi differenti da quelli imposti dal pensiero dominante?
Basti pensare a quanto siano cambiate alcune tematiche nel giro di pochi decenni: vent’anni fa, dichiararsi omosessuale esponeva al pubblico disprezzo, oggi si discute di adozioni per coppie dello stesso sesso.
Eppure, ogni dubbio, ogni riflessione critica su questi cambiamenti viene spesso bollata come reazionaria.
Lo stesso vale per il tema dell’immigrazione: porre domande su come integrare culture profondamente diverse dalla nostra è ormai un tabù, un terreno minato in cui il semplice chiedersi quale sia la soluzione migliore rischia di attirarsi accuse di razzismo.
Le socialdemocrazie, dal canto loro, sembrano risolvere il problema accogliendo indiscriminatamente chiunque, per poi relegarli nei centri di accoglienza, senza preoccuparsi di cosa accada dopo.
L’importante è mantenere una superiorità etico-morale, quella stessa superiorità che molti personaggi ostentano con sguardo sprezzante. Ma quando il confronto avviene su un piano di parità, quando si scontrano con chi ha gli strumenti per rispondere, le loro certezze vacillano e le loro argomentazioni mostrano tutta la loro fragilità.
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