Posta dei Lettori: Elisa Giordano

Collesalvetti 6 Febbraio 2025.
Per cinque lunghi mesi nessuno si è accorto della sua assenza. Nessuno ha bussato alla sua porta, nessuno ha chiamato per sapere come stesse. Solo quando la corrispondenza nella cassetta postale traboccava perché non veniva ritirata, i vicini di casa, allarmati, hanno contattato la proprietaria della casa. Così, la famiglia del compagno di Marcella, preoccupata, ha chiamato il 112. Da lì, con le forze dell’ordine, la triste scoperta del corpo senza vita dell’anziana inquilina, ormai deceduta da mesi per cause naturali.
Un ritrovamento che scuote le coscienze e solleva interrogativi dolorosi: com’è possibile morire in solitudine, nel silenzio più totale, senza che nessuno si accorga della propria assenza?
Questa vicenda non è un caso isolato. Episodi simili accadono con drammatica frequenza, segno di una società sempre più individualista, in cui le reti di solidarietà si assottigliano fino a scomparire.
L’indifferenza sociale nasce da molteplici fattori:
L’atomizzazione della società, con legami familiari sempre più fragili e distanze affettive che si ampliano.
L’invecchiamento della popolazione, con molte persone anziane che vivono da sole senza un supporto costante.
Il venir meno del controllo di vicinato, un tempo fondamentale per la sicurezza e il benessere delle persone più vulnerabili.
Il ritmo frenetico della vita moderna, che lascia poco spazio alla cura dell’altro e al tempo per coltivare relazioni significative.
Questa si rivela tuttavia, una tragedia che impone una riflessione:
Morire da soli e restare dimenticati per mesi non dovrebbe essere possibile in una società civile. Questa vicenda dovrebbe far riflettere tutti, dalle istituzioni ai singoli cittadini, sulla necessità di ricostruire un tessuto sociale più attento e solidale.
Non servono grandi gesti, ma semplici attenzioni quotidiane: una telefonata, una visita, un controllo discreto per accertarsi che i vicini stiano bene. Nessuno dovrebbe scomparire nel silenzio, vittima non solo della morte, ma anche dell’indifferenza.
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