“Dal silenzio alla luce” di Elisa Giordano. Dedicato alla memoria di Denny Magina

di Laura Petreccia, Vito Capogna

La ricerca di Dio per dare senso alla propria vita nella scoperta del’Altro: colui senza il quale vivere non è più vivere.

Elisa Giordano ha presentato il suo libro “Dal silenzio alla luce” ed è dedicato alla memoria di Denny Magina.

Livormo, 7 dicembre 2024. Elisa Giordano ha incontrato oggi il suo pubblico, i suoi affezionati lettori nel quartiere Corea, in via Gigli 4. La presentazione dell’autrice e del suo libro “Dal silenzio alla luce” è stata a cura della dott.ssa Laura Petreccia. Lettrice, Cristiana.

Punti chiave:

  • Denny Magina
  • L’incontro con l’Altro
  • La malattia, la preghiera nella ricerca di Dio
  • La Fede
  • Dio giocatore d’azzardo
  • Specchi relazionali

Presenti in sala i familiari di Denny Magina.

Denny è il protagonista morale assoluto di questo testo letterario perché ha attraversato tutte le fasi e le contraddizioni di una vita vissuta nella relazione con l’Altro nella fragilità, e purtroppo, nella tragicità del rapporto sociale violento e crudele. Denny non ha avuto il lieto fine. È morto tragicamente e la sua memoria è viva nei tanti cuori che ha attraversato.

(Per la morte di Denny Magina sono stati rinviati a giudizio i due trentenni indagati per omicidio preterintenzionale. La prima udienza in Corte d’assise si è tenuta il 18 novembre c.a. (La famiglia del giovane, deceduto nell’agosto 2022 dopo una caduta dal quarto piano di un’abitazione in via Giordano Bruno, si è costituita parte civile)

L’incontro con l’Altro
Il Gesuita, antropologo, viaggiatore instancabile Michel de Certeau,
ha indagato con rara incisività su ciò che apre ciascuno all’incontro dell’altro. Comunione attraverso il conflitto, la vita dell’uomo non è mai concepibile senza l’altro: tragedia allora non è il conflitto, l’alterità, la differenza bensì i due estremi che negano questo rapporto: la confusione e la separazione.

Il libro indaga una Siena storica, fascinosa ed enigmatica. Con la sapienza del linguaggio visivo ci porta nelle tradizioni, nei luoghi, geograficamente vicini ma distanti per cultura, misteri, leggende e riti.

Inoltre, rappresenta la vita e la convivenza di soggetti, ognuno di loro, portatore di un messaggio e di un dramma esistenziale non scevro di conflitti.

Sono molte le suggestioni e le riflessioni che il libro di Elisa fa emergere e interessanti, le connessioni che lentamente affiorano dalla trama del racconto di “Metamorfosi dell’Anima“, in alcuni personaggi che attraversano la storia.

Abbiamo, per così dire, scomposto in varie sezioni una tematica unica e complessa; a chiusura di questo ciclo si è pensato di approfondire la prima forma di convivenza, quella che si trova alla base delle molteplici ramificazioni culturalmente e socialmente connotate: la relazione.

In questa nuova stagione dobbiamo imparare ad accettare il mistero e l’enigma di chi non conosciamo, di chi appare come l’estraneo e non solo lo straniero. La sofferenza è la fatica della ricerca dell’Unione nella differenza permangono, ma la tragedia incombe sull’uomo soltanto quando rinuncia all’altro e se ne separa. Gli altri non sono l’inferno: sono la nostra beatitudine su questa terra.

Tutto si regge in un equilibrio in movimento, continuamente rotto in cui l’estraneo è la loro vocazione e al tempo stesso colui che li condanna. Egli manca loro, e li sconcerta. Insegna loro ciò che dicevano già e disvela la loro intelligenza e la loro grettezza.

La malattia, la preghiera nella ricerca di Dio

I protagonisti della vicenda in un momento di sconforto a causa della malattia della loro amica, Eloise, rivolgono le loro suppliche a Maria, sono uniti nell’anelito di queste parole che salgono al Cielo con trepidazione e speranza. Maria, mediatrice presso il Figlio e il Figlio presso il Padre.

Eloise da parte sua nella fase della malattia si ritrova con un amico, Frank, in un limbo, dove vivono entrambi esperienze di pre- morte. Una lotta per la sopravvivenza unita a nuove consapevolezze, aprono squarci sul senso della vita. Frank non ce la farà, mentre Eloise, tornerà alla vita e si salverà. Ma dopo niente sarà come prima.

Il pubblico intervenuto ha mostrato uno spiccato interesse per quelle tematiche che come ha definito l’autrice, sono le grandi domande che si pone l’uomo, da sempre.

Si è creato un dibattito avvincente e di forte impatto. Così come ha voluto precisare Lorenzo Gasperini: “Non si parla più dei momenti forti della vita dell’uomo: nascita, vita, morte. Mancanza di un passaggio generazionale, ma anche l’allontanamento dalla Liturgia Tradizionale, hanno determinato uno scisma silenzioso dei fedeli”.

Nel momento in cui hai incontrato Gesù, allontanarsi da Lui vorrebbe dire lasciare la propria vita. Ciò che Lui ti ha svelato della sua esistenza. Gesù non è ciò che si possiede, ma ciò senza il quale vivere non sarebbe più vivere. Egli è già l’essenziale, e resto differente; necessario e imprendibile.

L’itinerario cristiano è riconoscere Dio là dove, finora non era percepito. È un viaggio verso paesi, linguaggi e culture in cui Dio parla una lingua non ancora decodificata e non registrata. Partire per altrove, come Abramo, “senza sapere dove”, per udire in terra sconosciuta la parola di Dio.

La Fede

La Fede, una scommessa secondo Blaise Pascal: Possiamo scommettere sulla non esistenza di Dio e allora, se avremo ragione, ci saremo goduti una vita dissoluta senza alcuna conseguenza. Ma se avremo torto, ci saremo persi il Paradiso. Secondo Pascal è molto più vantaggioso credere all’esistenza di Dio.

Scommettete, dunque, senza esitare, che egli esiste”.

Dio giocatore d’azzardo

Dio è un giocatore d’azzardo, perché ha scommesso sull’uomo. Dio non può vivere senza di noi. Anche Gesù non può vivere né parlare senza coloro che lo seguiranno e che ancora lo ignorano. Vuol dire che che ciascuno di noi non può vivere senza ciò che ignoriamo, senza unal- di- là di noi stessi che non conosciamo più, o non ancora, o che non conosceremo mai.

La galleria degli specchi relazionali

Spiega l’autrice: E’ la globalità di ciò che siamo che guiderà la natura della nostra esperienza relazionale: la relazione con l’altro diviene così il luogo della relazione con noi stessi. Vi contempliamo il nostro riflesso. Capita, a volte, che quell’immagine ci sia insopportabile e allora ci adoperiamo per alleviare la pena: non cerchiamo di rompere lo specchio, ma di far scomparire chi lo porta. La galleria degli specchi relazionali è quella nella quale ogni viso è una parte del nostro stesso viso. Gli altri sono noi stessi, sotto mille e una forma.

La relazione con l’altro, dunque, è essere capaci di accettare tutte le nostre parti, di prenderle tutte in consegna. Se siamo capaci di riappropriarci, di tutti i pezzetti di noi con i quali investiamo gli altri, allora il nostro senso d’unità è compiuto ed apre la strada all’autentico incontro con l’altro. In questo modo scompare la sensazione di isolamento e si scopre il piacere della diversità.

Convivere significa inscrivere la relazione con l’altro entro regole del gioco condivise, negoziate e mai imposte arbitrariamente.

Elisa Giordano: Interrogarsi su queste tematiche non è un mero esercizio teorico o culturale: la relazione con l’altro è alla base del nostro stesso essere. noi nasciamo già in relazione (madre-bambino), e quella prima relazione influenza indelebilmente ciò che diventeremo. Del resto, note musicali giustapposte le une alle altre non formano altro che una sequenza, ma se messe “in relazione” tra loro possono dare luce a splendide sinfonie.

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