La crisi dell’automotive picchia duro anche a Il Faldo

Laura Petreccia, Vito Capogna

Faldo targhe prova

Livorno – 8 novembre 2024 – Nella primavera del 2023, l’assemblea della Compagnia Portuali di Livorno (CPL) aveva dato il via libera con 90 voti favorevoli alla cessione della maggioranza delle quote dell’Autoparco Il Faldo, area storicamente strategica per la logistica automobilistica del porto di Livorno.

La scelta, sostenuta e motivata dal presidente Enzo Raugei, aveva rappresentato una svolta significativa per un bene considerato a lungo un “gioiello di famiglia”, simbolo dell’eredità del console Italo Piccini, fondatore della struttura.

 Un’area logistica di circa 70 ettari che supporta la movimentazione di veicoli diretti in Italia e nell’Europa meridionale. Le auto vi arrivano via mare, strada e ferrovia, grazie al raccordo interno che permette di collegare direttamente i treni blocco. 

L’autoparco “Il Faldo” sta attraversando un momento di crisi profonda». Ora i sindacati sono in allerta, in attesa di quello che succederà, ma su un aspetto non hanno dubbi: «Ogni posto di lavoro dovrà essere tutelato». Sì, perché sono un centinaio – tra diretti e indotto – i lavoratori dell’autoparco di Collesalvetti in forza all’ Autoparco Faldo.

A Collesalvetti, presso il piazzale logistico “Il Faldo”, “la tensione è alta”: ricordiamo i cinque licenziamenti annunciati da comunicati stampa il 30 settembre. L’annuncio scatenò una reazione immediata da parte dei lavoratori.

Si svolse, infatti, uno sciopero, organizzato dall’Unione Sindacale di Base (USB) di Livorno, per opporsi a queste drastiche misure che mettono a rischio il futuro di molte famiglie.

“Nonostante il lavoro sembri non mancare nel piazzale, i dipendenti sono costretti a lottare per la sicurezza del loro impiego”.

L’USB ha espresso forte preoccupazione per questa situazione, sottolineando che, “in un contesto dove il carico di lavoro è elevato, i licenziamenti appaiono inspiegabili e inaccettabili. I lavoratori chiedono risposte concrete e soluzioni che evitino la perdita di posti di lavoro in un periodo già economicamente difficile per molti”.

Le centinaia di posti di lavoro presenti e futuri a rischio sono un dramma in sé, ma sono anche un colpo grave alla vitalità economica di una città e di una area vasta già segnata da anni di deindustrializzazione e smantellamento delle sue storiche attività produttive.

Per il Faldo, la protesta dei lavoratori “auspica una risoluzione della situazione che non penalizzi i lavoratori. Le istituzioni possono e devono fare la loro parte per garantire il massimo delle tutele a tutti coloro che rischiano di perdere il lavoro. Sosteniamo i sindacati nelle loro azioni”.

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