L’assessore Simone Lenzi a seguito del post contro il Fatto Quotidiano, porge le sue scuse pubbliche| VIDEO

La favola del 7 ottobre’, la vignetta sul Fatto Quotidiano che ha indignato Lenzi: “Champagne quando chiuderà quella fogna”, ha trovato una ricomposizione. Porge le sue scuse pubbliche.

Assessore Simone Lenzi

L’Assessore alla Cultura Simone Lenzi dalla sede del suo ufficio tiene a porgere le sue scuse per quanto accaduto a seguito del suo post pubblicato sui social. ” I social sono luogo di scontro non di incontro e del confronto, a 56 anni il mio è stato uno scivolone”.

Quali sono state le reazioni del Sindaco Luca Salvetti e della Giunta?

“Di affetto, nei miei confronti, ma anche di richiesta di chiarire. E nel chiedere scusa, mi rendo conto che tutto questo sarà strumentalizzato dalle Opposizioni. Non ci sarà un confronto aperto.” -E aggiunge- “Però, voglio cogliere l’ occasione per volgere la richiesta di un confronto con le Associazioni e porgere di persona le mie scuse. Questo è quello che ci tenevo a dire”.

Post transfobici. Lenzi nella bufera. L’Arcigay chiede le dimissioni.

Parole doverose che, tuttavia, non lo mettono al riparo da un vortice di critiche, accuse e conseguenze da affrontare. 
Nel mirino alcune gravi considerazioni affidate ai social su questioni di identità di genere e diritti: “Profondamente dispiaciuto”. Opposizioni e Arcigay vanno all’attacco, ed invitano il Pd a prendere le distanze. Il disagio in giunta è ineludibile. Sono i post finiti nella bufera, transfobici, scritti e pubblicati sulla piattaforma X dal 30 marzo al 30 agosto, ma divenuti noti soltanto nella giornata di mercoledì 9 ottobre.. L’ultimo, datato 30 agosto, a commento dell’opera “Woman” dell’artista Jade Guanaro Kuriki-Olivo: “Alla Biennale di Venezia ci tengono a farci sapere che la donna quintessenziale ha la minchia – il contenuto del messaggio -. E no, non è che siamo borghesi scandalizzati. Siamo borghesi annoiati a morte da questo lavaggio del cervello, da questa prevedibilità, da questa predica continua”. 

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I post dell’assessore finiti nel mirino.

Arcigay: “Enormemente costernati e disorientati, si dimetta. Sindaco, giunta e maggioranza prendano le distanze”

“Cancellare i tweet sarebbe da vigliacchi”

“Chiedo ancora scusa per aver creato imbarazzo al sindaco alla giunta e chiedo scusa alle associazioni e alle persone – ribadisce – Chiunque mi conosce sa benissimo che sopra ogni altra cosa io amo la libertà e fra queste c’è quella di tutte le persone ad esprimere il genere a cui decidono di appartenere indipendentemente dal sesso assegnato”.

Ripercorriamo i fatti delle ultime ore per quanti non hanno seguito gli avvenimenti.

Il tweet dell’assessore alla Cultura sulla striscia pubblicata dal giornale diretto da Marco Travaglio aveva scatenato le polemiche. Sorgente (M5S) “Parole d’odio, Salvetti prenda le distanze”. La replica: “Strisce antisemite, non mi pento”

Il post pubblicato da Simone Lenzi sui social

Stella Sorgente (M5S) si scaglia contro il tweet infuocato dell’assessore Simone Lenzi, nel quale ha dichiarato di voler brindare alla chiusura de “Il Fatto Quotidiano”. La risposta dell’assessore

È dell’8 ottobre 2024 un recente messaggio postato sulla piattaforma X da parte dell’assessore alla cultura di Livorno, Simone Lenzi, che ha scatenato un’ondata di polemiche provocando l’indignazione manifesta di alcuni esponenti di opposizione.

“Ho uno champagne in frigo, pronto per quando chiuderà, sommersa dai debiti, la fogna del Fatto Quotidiano, laboratorio di abiezione, allevamento di trogloditi, verminaio del nulla.”; queste le parole affidate ai social da parte dell’assessore Lenzi, che subito sono finite al centro dell’attenzione.

A sollevare la questione è stata Stella Sorgente (Movimento 5 Stelle), che ha immediatamente replicato: “In quanto Assessore alla Cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi dovrebbe dimostrarsi persona aperta, plurale, profondamente democratica, incline al dialogo e alla critica. Invece esprime queste parole d’odio nei confronti de Il Fatto Quotidiano.”

“[…] Mi stupisco ancora di più per il fatto che Lenzi è assessore di una giunta capitanata da un sindaco che di professione fa il giornalista. Ma, del resto, Lenzi non è nuovo a questo tipo di esternazioni nei confronti del Fatto. Ricordo bene infatti una volta che, nel difendere la sua convinta censura del monologo del Prof. Alessandro Orsini, che non si poté in alcun modo svolgere al Teatro Goldoni, lo ribattezzò “Fatto putiniano”.

Alla base di quanto asserito dall’assessore c’è una vignetta del disegnatore Natangelo, ospitata sulle pagine del Fatto Quotidiano del 7 ottobre e che, secondo Lenzi, sarebbe solo l’ultima di una serie di vignette dall’esplicito messaggio antisemita. Questa la sua dichiarazione:

“Ho scritto di getto quel post che non cancello e di cui non mi pento dopo aver visto la vignetta di Natangelo titolata “la favola del 7 ottobre”, ultima di una serie impressionante di vignette antisemite pubblicate da quel giornale.”

“Una roba di una miseria morale inaudita, degna di Der Stūrmer, il giornalaccio degli hitleriani degli anni 30. Dentro quel giornale, che sceglie di pubblicare questa roba, agisce evidentemente una mentalità malata che travalica le legittime opinioni sulla questione mediorentale e sul comportamento di Israele per farsi strumento di propaganda platealmente razzista.”

“Segno dei tempi è invece che si chieda a me di giustificarmi per un post e non si chieda a Natangelo e al giornale che ospita quello schifo di rendere conto di ciò che propagandano.”

Elaborazione Video/ Immagini: Vito Capogna

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