Giovani e città. È tornata la movida, i centri commerciali le nuove frontiere. La nostra inchiesta a Porta a Mare.

Porta a Mare. Sabato 5 ottobre 2024. A partire dal primo pomeriggio, infatti, una moltitudine di giovani ma anche adulti si è riversata nel centro commerciale di Porta a Mare alla ricerca dei tradizionali svaghi del fine settimana, attratti dalle molte vetrine di esercizi commerciali illuminati ed aperti. Nei negozi, nella maggior parte dei casi legati ai grandi gruppi nazionali e internazionali, la clientela è tale da causare lunghe file d’attesa fuori dall’ingresso, obbligando il personale a contingentare gli ingressi.
Ma soprattutto è tornata la “movida”: anticipata nelle prime ore del pomeriggio, a causa della bella giornata, della possibilità di gidersi la vista mare, catturare gli ultimi raggi di sole sulla piattaforma gettata sull’acqua, ma sempre movida, con tantissimi giovani ad affollare i bar dell’aperitivo. Gruppi di adolescenti che si incontrano, socializzano e hanno solo imbarazzo della scelta fra le sale giochi, gettonatussime, i negozi di tendenza, palestre, librerie e punti ristoro.
Porta a Mare è il punto di riferimento per migliaia di ragazze e ragazzi e per le famiglie, grazie alla vasta offerta commerciale di grande varietà tra eventi, proposte e servizi.



Alla ricerca dell’identità perduta
Adolescenti e giovani studiano, lavorano, vivono e si divertono in un contesto urbano che è sempre più una complessità vissuta, e che in tempi di crisi è ormai lontano dall’apollineo e rassicurante modello della città fordista incentrato su precise funzionalità e utilità dei diversi spazi. Del resto la città ha conosciuto molte trasformazioni negli ultimi decenni e oggi è un luogo alla ricerca di una propria identità. Non è più il luogo di realizzazione del progetto razionalista e collettivo della modernità ma diventa il luogo di ricerche individuali che non sembrano avere una comune direzione di fondo o riconoscere un orientamento dominante al quale aderire o dal quale prendere le distanze. Prevale la scomposizione in frammenti, la superficialità degli stimoli e delle sensazioni e un succedersi di vissuti tra i quali spesso è difficile mettere ordine.
Per questo le popolazioni urbane sono alla perenne ricerca di nuovi riferimenti che possano conferire loro un senso di appartenenza alla città e di stili e linguaggi che possano far provare esperienze comuni e che rimangano nell’immaginario e richiamare desideri sempre più vari. E’ in quest’ottica che molti giovani si rappresentano la città soprattutto come luogo della festa e del divertimento tanto che recenti studi indicano che per quasi il 90% dei giovani i luoghi più importanti di una città sono quelli dedicati al divertimento, allo svago e alla socializzazione. Si tratta di luoghi e situazioni che all’interno delle culture giovanili degli ultimi anni e dei mass media, vengono spesso associate alla “movida”. E’ questo un termine ricorrente che ha assunto il significato generico di animazione, situazione, ambiente piacevolmente movimentati e di intensa e vivace vita artistica e culturale notturna, propria in particolare di tutti i grandi centri urbani. Nel concreto si tratta di una modalità di occupazione e utilizzo di alcune specifiche porzioni di spazio urbano che comporta quasi una riappropriazione della città da parte dei giovani ma che non manca di toccare una serie di questioni attinenti il governo urbano (es. rapporto commercianti-residenti, rumori molesti, trasporti pubblico, parcheggi, ordine pubblico).
Elaborazione Immagini e video a cura di Vito Capogna
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