Udine.Bus elettrici: bufera per i disabili. Protesta dei sindacati per la pedana.

Bufera sui bus per disabili: «I sindacati ci ostacolano»
L’affondo dell’ad della Saf, Zottis, e del vicepresidente della Provincia di Udine, Mattiussi. «Stiamo lavorando, non c’è ancora una data d’inizio. Meglio la pedana manuale»

Immagine dal web

UDINE. Bus e disabili, ormai è tutti contro tutti. O meglio. È tutti contro uno: i sindacati. Perché le associazioni di categoria – Filt Cgil e Faisa Cisal – sarebbero colpevoli, secondo il vicepresidente della Provincia, Franco Mattiussi, di «rallentare l’avvio della sperimentazione» e pure di avere «dato informazioni fuorvianti e parziali», stando all’amministratore delegato di Saf, Gino Zottis.
Nel polverone resta un punto fermo: i bus della città non sono accessibili alle persone disabili. Il servizio sperimentale su alcune fermate della linea urbana 1 sarebbe dovuto iniziare il primo ottobre. Ma la data è slittata.

«Apprendiamo con stupore che le organizzazioni sindacali avrebbero già stabilito la data di inizio (primo novembre, ndr) e le modalità della sperimentazione del trasporto disabili in città – ironizza Zottis –, mentre la Provincia, il Comune e l’azienda, con il supporto delle organizzazioni dei disabili, stanno invece ancora valutando e definendo gli ultimi aspetti tecnici e organizzativi del servizio».

A rincarare la dose pensa Mattiussi. «Ricordo alle parti sindacali – dice – che la scelta di alcune fermate della linea 1 è stata ampiamente condivisa dal Comune di Udine, nonché dalle associazioni dei disabili, che sono parte attiva di questa sperimentazione e ne seguono ogni passo. È un progetto pilota che speriamo di poter ampliare sulla stessa linea e, perché no, anche su altri percorsi cittadini. Al momento però possiamo fare soltanto questo per le caratteristiche delle strutture esistenti».
Ma l’obiettivo resta crescere il più possibile». Mattiussi lascia il veleno alla fine. «Parrebbe che i sindacati – continua -, invece di accordarsi sull’utilizzo di pedane meccaniche al posto di quelle automatizzate per facilitare l’avvio del servizio, abbiano colto l’occasione per aprire all’interno dell’azienda una vertenza di carattere economico. Se così fosse, e ci auguriamo di no, saremmo di fronte a una vera e propria strumentalizzazione».
Nessuna problematica legata alla sicurezza, poi, con le pedane meccaniche. «Se è legittimo esprimere un parere su quale sistema si preferisce usare, non è però corretto dire che esistono problematiche di sicurezza, oppure l’impossibilità a lasciare il posto di guida, per effettuare l’operazione in caso di utilizzo della pedana manuale – sostiene Zottis –. Ambedue le tipologie sono omologate e consentono il trasporto in perfetta sicurezza per la persona disabile, gli altri passeggeri e il conducente, adottando le corrette procedure per le quali il personale è in corso di formazione, come dimostrano le soluzioni applicate nelle varie realtà italiane ed europee».
Non è tutto. Sarebbero state le associazioni dei disabili a esprimere una «chiara preferenza nei confronti della pedana manuale, che risulterebbe più affidabile – afferma Zottis –. Perciò, nelle trattative in corso con i rappresentanti dei lavoratori, l’azienda ha proposto questa opzione. La pedana manuale, rispetto a quella elettrica, richiede però la presenza più diretta del conducente – chiosa Zottis –. E, in considerazione dell’onerosità della prestazione e della maggiore assistenza da prestare al cliente, è stata formulata anche la proposta di un riconoscimento economico”.

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