“Gender” nelle scuole: Brambilla, “Entra come un cavallo di Troia”

Il convegno in vescovado a Livorno, interventi del Vescovo Giusti e della professoressa di teologia Brambilla

Monsignor Simone Giusti e la relatrice Giorgia Brambilla

Nella chiesa di Sant’Andrea e nei locali del vescovado a Livorno si è tenuto domenica il Convegno ecclesiale diocesano sul tema: ’Educazione, sessualità e gender’. Il Convegno è stato preceduto dalla veglia di preghiera per la Giornata Missionaria con la concelebrazione presieduta dal vescovo Simone Giusti insieme al parroco don Rosario Esposito.

Nella sua omelia monsignor Giusti (come si evince dal resoconto fatto sul giornale online della Diocesi ’La Settimana Livorno’) ha ricordato le molteplici sfide che deve affrontare la Chiesa: “Gli abusi sessuali sui minori”. Sempre il vescovo: “Il cattolicesimo futuro sarà molto diverso dall’attuale. Più liberale sui temi della giustizia sociale, ma dovrà tenere un atteggiamento fermo sulla questione sessuale”.

A quel punto ha preso la parola la relatrice del convegno, la professoressa Giorgia Brambilla, titolare della cattedra di Morale della vita alla facoltà di Teologia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che non ha lasciato margini di manovra utili a sdoganare la questione gender dentro il perimetro della Chiesa: “Il gender – ha detto – merita una particolare attenzione in ambito educativo scolastico. Entra nelle scuole come ’un cavallo di Troia’, nemmeno gli asili ne sono immuni”.

Ha proseguito la professoressa Brambilla: “C’è una ricetta per contrastarlo? Una ricetta non c’è ma ci sono delle vie per farlo, e in questo senso, l’aspetto scientifico può aiutare. La teoria del gender si basa essenzialmente sul fatto che la differenza sia motivo di discriminazione per cui la disuguaglianza è una ingiustizia e in questo scenario spicca l’educazione sessuale, che viene propinata a partire dagli asili. Si esprime in una visione antropologica che mette in forse anche la famiglia, orientando ad un pensiero della non differenza, quindi con la eliminazione della famiglia naturale si arriverebbe alla realizzazione di un pansessualismo”.

Ha sottolineato la professoressa Brambilla: “Il gender è fautore di interventi manipolativi sul corpo che diviene un corpo androgino asessuato. Si vuole annullare ogni differenza né maschio, né femmina e dare origine ad un genere neutro un terzo genere”. Come rispondere a tutto cio? Per la professoressa Brambilla “dobbiamo riscoprire quello che è l’essere umano nel suo principio. Si nasce incarnati in una corporeità sessuata. I cromosoni sono diversi tra uomini e donne. Gli stessi pensieri e i sentimenti sono sessuati. Gli studi psicometrici dimostrano l’eterogeneità dei sessi, quindi non si tratta di un fatto culturale ma scientifico. Perciò sul piano educativo non possiamo prescindere dall’entità dell’altro”. (L’intervento integrale della professoressa Brambilla sarà sul canale youtube della Diocesi).

Lascia un commento