
Livorno, a Effetto Venezia il re della musica cubana: «Vi riportiamo Compay Segundo»
By Il Tirreno
di Dario Serpan
Repilado in concerto col “Grupo” a 25 anni dal progetto Buona Vista Social Club. «Tanti ricordi di questa città: venite ad ascoltare il nostro nuovo disco “Vivelo”»
LIVORNO.«Di Livorno conserviamo molti ricordi e non vediamo l’ora di tornare». Lo dice Salvador Repilado, figlio di Francisco Repilado Muñoz, in arte Compay Segundo. Sono passati vent’anni dalla morte del grande compositore, musicista e cantante cubano, autore tra gli altri di un successo planetario come Chan Chan. Prima di morire, proprio lui ha scelto i suoi successori affinché divulgassero la sua musica nel mondo. Ed ecco allora il Grupo Compay Segundo, che stasera, giovedì 3 agosto si esibirà alle 22 sul palco principale della Fortezza Nuova (ingresso libero), nella cornice di Effetto Venezia. Sul palco principale la storica formazione cubana ha già suonato nel 2008, con il progetto Buena Vista Social Club, quindi si tratta di un ritorno in città dopo 15 anni. L’occasione è propizia perché lo scorso ottobre la band ha pubblicato il nuovo disco Tocar Música tradicional Cubana! “Vivelo”: per la prima volta nella storia del Grupo Compay Segundo 8 brani originali sono co-scritti da Salvador Repilado – figlio, bassista e storico direttore musicale di Compay – e da uno degli astri nascenti cubani, Maikel Dinza, che ha ricevuto il premio Cubadisco (Cuban Music Victory).
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Che show sarà proposto al pubblico di Effetto Venezia?
«Presenteremo uno spettacolo emozionante per il pubblico che includerà la promozione del nostro nuovo disco “Vivelo”, ma non mancheranno i classici che il pubblico vuole sempre ascoltare».
Che cosa rappresenta l’uscita di questo album così speciale?
«Per me in particolare questo disco è un omaggio a Compay per il suo 115esimo anniversario dalla nascita: alla sua persona, alla sua musica, a tutto il suo lascito musicale».
Come siete riusciti a conciliare la musica cubana tradizionale con quella moderna?
«Abbiamo lavorato insieme al produttore musicale Maykel Dinza e l’obiettivo fondamentale era quello di non perdere l’essenza della musica di Compay. Credo che siamo riusciti a unire la tradizione a un tocco di modernità».
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Il disco contiene 8 brani originali: di cosa parlate in queste nuove canzoni?
«Nelle parole del disco Vivelo, nei suoni e nelle guarachas c’è molta giocosità e si trovano molti doppi sensi, come per esempio Maria Luisa, Gatto Miau Miau, tra le altre, ma allo stesso tempo ricreano anche i boleros con parole meravigliose. E poi c’è il tema omaggio a Compay che apre il nostro disco e che ci piace molto».
Sono passati 20 anni dalla scomparsa di Compay Segundo: cosa vi ha lasciato di più importante?
«La cosa più importante che ci ha lasciato Compay da quando se n’è andato è l’eredità musicale, che ci mantiene impegnati per far sì che continui con tutto il rispetto che merita mio padre e la musica tradizionale che ha tanto difeso».
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Nel 2022, invece, sono ricorsi 25 anni dall’uscita dell’album Buena Vista Social Club, da cui poi è nato il documentario di Wim Wenders. Quanto ha aiutato il cinema a diffondere nel mondo la musica cubana?
«Il Buena Vista Social Club ha permesso a molti musicisti cubani che parteciparono sia al disco che al film di essere conosciuti, ma non è stato questo il caso di Compay, che era già un artista esclusivo della Warner Records e che in quel momento aveva già una discografia e faceva tour in tutta Europa. La cosa più importante del Buena Vista, secondo il mio criterio di giudizio, è stata la spinta che ha dato alla divulgazione della musica cubana in tutto il mondo».
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Quanto è importante per voi suonare la musica cubana in giro per il globo?
«Quando facciamo musica cubana diffondiamo e difendiamo le nostre radici, le nostre tradizioni. Per questo godiamo di ognuno dei nostri concerti e facciamo del nostro meglio in ogni presentazione; in ognuno di questi scenari rappresentiamo Cuba e lo faremo anche a Effetto Venezia».
Siete in tour in Italia: che rapporto avete con il nostro Paese?
«Siamo latini e quindi abbiamo delle cose in comune, per questo credo che agli italiani piaccia tanto la nostra musica ed è una delle ragioni per cui musicalmente vogliamo sempre tornare in Italia. A partire da Compay, sono più di 20 anni che portiamo a spasso la nostra musica per le vostre città, grazie al vostro gradimento. Mi auguro che un giorno il nostro gruppo potrà dire: abbiamo percorso l’Italia intera! Ma questo dipende molto dal pubblico, al quale già siamo molto grati».
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Quali sono i vostri prossimi progetti e obiettivi?
«Adesso siamo focalizzati sulla divulgazione del nostro recente album Vivelo. Vogliamo continuare a fare musica, concerti, generando nuove idee per soddisfare i nostri follower e il nostro pubblico e far sì che anche la nuova generazione la possa apprezzare. Questo è uno dei nostri obiettivi». l