Naturale non vuol dire sicuro. Conversazione con un biologo, Lori

Lori: Lo so a cosa state pensando:
“ma c’è davvero bisogno di precisare qualcosa di così scontato?”
Sì, dannazione. Purtroppo, sì. In questo periodo, sui social, vorrei che ci fosse il tasto “distruggi questo contenuto aberrante e potenzialmente letale per la specie umana”. Ho visto di tutto: influencer che consigliano di cucinare piante tossiche o gente che mostra come strizzare il muschio:
“Ti sei perso in un bosco e hai sete? Fai come me: strizza il muschio e bevi! Al massimo ti becchi qualche nematode parassita e ma, ehi! ora non hai più sete!”.
E le notizie che leggo sui vari quotidiani sono ancora più allarmanti. Stiamo parlando di veri e propri decessi causati dalla consumazione di piante tossiche. Perché. Non è una domanda, è una esclamazione disperata.
Per quale motivo il signor Pasquale, mentre passeggia nel bosco, decide di mettere a rischio la propria vita?
A causa dell’ignoranza. Mi dispiace essere così schietto, ma è così.
L’ignoranza, in questo caso, consiste proprio nello scambiare una pianta per un’altra, con il grave rischio che, appunto, la prima possa essere tossica, come di fatto accade fin troppo spesso. Ignoranza botanica e inesperienza.
C’è anche un altro motivo: una grossa fetta di popolazione vede nella natura uno scrigno magico ricco di risorse alimentari, sane e salutari, e trova nella loro ricerca e nella loro preparazione motivo di svago e soddisfazione personale: “Guarda qua Luisa, ho raccolto questi fiorellini stranissimi, profumati e colorati, e li ho cucinati! Ora potresti chiamare il 118?”
Ormai la fiducia nei confronti della natura è diventata una moda: tutto ciò che è naturale è buono e fa bene. Tutto ciò che è verde e fotosintetico va mangiato. Questo NON corrisponde alla realtà.
Qualsiasi pianta, fungo o estratto naturale contiene al suo interno migliaia e migliaia di principi attivi, alcuni con effetti positivi altri senza effetti e altri ancora con effetti MOLTO negativi.
Quali possono essere le manifestazioni cliniche delle intossicazioni vegetali?
1) Irritazione delle mucose;
2) sindromi gastrointestinali di entità più o meno rilevanti;
3) gravi disturbi a carico dell’apparato cardiovascolare, del sistema nervoso e di altri sistemi, che possono provocare esiti invalidanti e perfino la morte.
Ovviamente, queste manifestazioni cliniche dipendono sia dalla natura della tossina, sia dalla dose ingerita.
E per quale motivo le piante producono tossine?
Beh, la risposta è abbastanza intuitiva. Le piante non possono correre. Dinanzi alla minaccia di un predatore, una pianta può fare affidamento al suo personalissimo arsenale chimico di tossine. Queste molecole tossiche hanno la funzione di allontanare gli animali intenzionati a mangiarla.
Alla pianta poco importa che tu sia un insetto o un primate poco peloso.
Il suo obiettivo è quello di non farsi mangiare, nella totale indifferenza del nostro approccio antropocentrico nei confronti della natura. Noi, a seconda dei casi, non siamo esenti dagli effetti dannosi di questo arsenale chimico. Per questo motivo, mangiate solo ciò che conoscete.
Se un influencer vi consiglia una ricetta a base di erbe o altra roba vegetale, PRIMA informatevi BENE. Il problema della consumazione di piante tossiche non è limitato alle sole specie selvatiche raccolte in zone naturali.
Anche nei parchi pubblici e nei giardini delle abitazioni private e delle scuole vengono coltivate specie tossiche, talvolta anche potenzialmente letali sia per noi che per gli animali domestici, senza alcun avvertimento della loro pericolosità, né barriere che ne impediscano la raccolta o il contatto.
Non solo: presso vivai e fioristi si possono trovare piante di appartamento prive di indicazione di tossicità, mettendo così seriamente in pericolo la salute di bambini e animali domestici.
Le piante tossiche e le loro parti non devono essere ingerite e talvolta nemmeno toccate.
Fonte: Biologicamente