Continuano le ricerche: 1500 filmati esaminati, oltre 70 persone convocateLa mamma: “So che è viva”
Rainews24

La bimba peruviana di 5 anni è scomparsa nel primo pomeriggio del 10 giugno dal cortile dell’ex hotel Astor di Firenze, in via Maragliano, dove viveva con la famiglia insieme ad oltre un centinaio di persone che avevano occupato la struttura
Firenze, 11 luglio
Un centinaio di persone, soprattutto immigrati peruviani, ma anche alcuni fiorentini, hanno manifestato stasera per chiedere di liberare e far tornare a casa Kataleya, la bimba di 5 anni scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze esattamente un mese fa. Al corteo, partito da piazza Dallapiccola, vicino all’ex albergo, hanno partecipato anche i genitori della bimba, Miguel Angel Romero Chicclo e Kathrina Alvarez, con i rappresentanti dell’associazione Penelope. Emanuela Zuccagnoli, presidente di Penelope Toscana ha detto che è “importante che la città di Firenze ci sia, perché prima di essere una bambina peruviana, Kata è una bambina. Bisogna impegnarsi per trovarla. Rinnoviamo l’appello a chi sa qualcosa di dirlo, anche in forma anonima, dobbiamo riportare a casa Kata”. Arrivato di fronte all’hotel Astor, il corteo si è fermato brevemente e il parroco ha chiesto ai presenti di dire una preghiera.
Era il 10 giugno. È passato esattamente un mese da quando Kata è scomparsa dall’ex hotel Astor di Firenze, una struttura in disuso occupata da famiglie di peruviani, ecuadoriani e romeni. Nonostante una massiccia ispezione nella struttura occupata che era la sua casa, la visione di tutte le telecamere della città e la convocazione di oltre settanta persone che vivevano nell’ex hotel di via Maragliano a cui è stato preso anche il dna.
Per tenere desta l’attenzione sul caso della sparizione di Kata, questa sera la comunità peruviana e l’associazione Penelope hanno indetto una nuova manifestazione di solidarietà: “Per far cadere il muro di indifferenza e omertà che avvolge la scomparsa di Kata”.
Le parole disperate della madre di Kata: “L’Italia è indifferente, ho chiesto aiuto alla Meloni”
“Io percepisco che Kata è ancora viva. Però ci sentiamo abbandonati, avvertiamo l’indifferenza dell’Italia. Ho l’impressione che non si stia facendo abbastanza per ritrovarla e che nei primi giorni si sia perso tempo prezioso a cercarla inutilmente nell’hotel”. Ad affermarlo al Messaggero è Katherine Alvarez, la madre della bambina scomparsa.
“Finora non l’hanno trovata qua, a Firenze. Magari l’hanno portata all’estero – aggiunge – Per questo voglio che la sua foto venga condivisa anche fuori dall’Italia. Io mando la foto di Kata alle mie amiche, che la manderanno a loro conoscenti in Francia o in Germania. In più la diffondiamo su internet. Ci sta che, se finora non l’hanno trovata qui, possa essere stata portata in un altro Paese. Devo pensare a tutto”. “Penso – dice ancora la donna – che gli investigatori hanno perso 10 – 11 giorni a cercare sempre nell’hotel, quando si sapeva sin dal primo giorno che non era lì”.
Da parte dell’Italia “sento una grandissima indifferenza da parte di tutti. Non so se dipende dal fatto che siamo stranieri. Nessuno si è avvicinato a me, a dirmi cosa fare. Nessuno di importante, nemmeno il sindaco. Ho solo l’aiuto del mio avvocato. Mi sono rivolta direttamente a Meloni. Non capisco perché proprio mia figlia. Non conoscevo quasi nessuno lì dentro, né ho mai avuto grandi litigi”.
La piccola Kata prima della scomparsa
La ricostruzione: genitori ascoltati per ore, nuove perquisizioni, 1.500 filmati esaminati, oltre 70 persone convocate
Nonostante tutto, ancora nessun elemento è stato in grado di dare una svolta all’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze che ha ipotizzato il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. Nulla dall’esame di tutti i filmati delle telecamere di videosorveglianza intorno all’ex albergo occupato e degli oltre 1.500 impianti della città. E neppure dalla convocazione da parte dei carabinieri, che conducono le indagini, di oltre settanta persone che vivevano nell’ex albergo occupato, a cui è stato prelevato il dna.
Le ultime ore prima della scomparsa di Kata
L’ultima immagine di Kata è quella ripresa da una telecamera che punta sul lato di via Boccherini dell’edificio. La bimba prima esce con alcuni bambini, tra cui suo fratello, ma subito rientra (ore 15.01); poi alle 15.13 viene inquadrata mentre scende verso il cortile. Dopo di che inizia il mistero: la piccola sembra svanita nel nulla.
Quel sabato in cui Kata sparisce, la mamma, Kathrina Alvarez, rientra nella sua stanza all’ex Astor alle 15.45, ma non va subito a cercare la figlia nel cortile, e la prima telefonata per chiedere aiuti parte alle 18.41. La denuncia di scomparsa viene formalizzata alle 20.30. Da quel momento il caso è aperto.
La scarcerazione del padre – Il lunedì successivo il padre della bimba, Miguel Angel Romero Chicllo viene scarcerato da Sollicciano, dove era rinchiuso da marzo per furto. Con la moglie Kathrina verrà sentito più volte dagli investigatori e la coppia si presenterà anche spontaneamente dai pubblici ministeri che conducono le indagini per chiarire dettagli.
Lo sgombero dell’ex albergo – Il 17 giugno l’ex albergo è completamente sgomberato dagli occupanti, soprattutto peruviani e romeni. Ma di Kata, cercata in ogni anfratto dai reparti speciali dei carabinieri, nessuna traccia.
Le ipotesi sulla sparizione – Al vaglio degli inquirenti ce ne sono diverse: una vendetta nei confronti della famiglia per il racket che si consumava nell’ex Astor per un posto letto. Ma non si esclude neppure la pista della pedofilia. E si cerca anche la via di fuga: forse chi ha preso Kata è passato dal retro della struttura.
Nel frattempo i genitori non si rassegnano. “Aiutateci a trovare nostra figlia, qualcuno l’ha portata via”, ripete la madre.
