
Per un giudice canadese, si. Una emoji con il pollice in su, infatti, è costata oltre 61mila dollari canadesi (circa 42.000€), a un agricoltore che aveva ricevuto una proposta di contratto per la fornitura di un’importante quantità di cereali.
Secondo quanto riferito dal diretto interessato, con l’emoji in questione l’uomo intendeva semplicemente dare conferma di presa visione. Purtroppo per lui, la cooperativa l’aveva però interpretata come una completa e definitiva accettazione dei termini. Il malinteso era quindi emerso quando il lino non era stato consegnato entro la data prevista, il che aveva fatto finire la vicenda in tribunale.
Secondo la sentenza (senza precedenti) l’emoji con il pollice in su, in risposta a un contratto inviato via sms, corrisponde alla firma di un accordo tra le parti.