Sanremo, il Festival delle provocazioni, dei monologhi e delle canzoni italiane in uno spaccato della società attuale.

Sanremo – 12 febbraio 2023 – Il racconto della 73esima edizione della kermesse canora: i big in gara, le canzoni e i super-ospiti lascia alcuni ricordi.
Si è alzato il sipario sulla manifestazione. Amadeus, nel doppio ruolo di conduttore e direttore artistico, e poi Gianni Morandi– con in mano una scopa per ricordare la performance di Blanco della sera prima.
«Il vostro applauso è il modo migliore per cominciare perché», ha detto Amadeus «Abbiamo vissuto un momento storico. Siamo stati inondati da un affetto indescrivibile», ha continuato il padrone di casa prima di far esibire il suo co-conduttore Morandi che ha intonato il brano di Nilla Pizzi, Grazie dei fiori – vincitore del Festival del 1951. «Con il palco e con i fiori siamo di nuovo in armonia», ha concluso Amadeus. Sul palco dell’Ariston si sono alternati ospiti e temi importanti: dal monologo intenso di Chiara Francini, di Francesca Fagnani dedicato ai ragazzi del carcere minorile di Nisida, a quello dell’attivista italo-iraniana, Pegah Moshir Pour che insieme a Drusilla Foer hanno dato voce alle proteste in Iran contro la repressione dei diritti da parte delle autorità di Teheran.
Poi lo spazio alla musica con le tranche dei cantanti in gara. Carichi di aspettative, i brani proposti (e attesi).
Un accenno anche dal freestyle di Fedez che sulla Costa Crociere ormeggiata al largo di Sanremo si è scagliato contro Galeazzo Bignami viceministro alle Infrastrutture, fotografato in divisa da nazista, ma anche nei confronti del Codacons e pure della ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. «Trasgressivo», ma non troppo, invece, il momento di stand-up comedy di Angelo Duro, anticipato da Amadeus con un invito a cambiare canale rivolto ai moralisti e a quelli che si indignano. «Mi ha detto che potevo dire tutto quello che volevo: ci credo, è l’1 meno dieci. ‘Sto cretino», ha detto il comico prima di rimanere in mutande. Angelo Duro in mutande: «Io sono trasgressivo»
Paola Egonu, ex pallavolista della Nazionale, durante il suo monologo, ha raccontato di come il razzismo l’abbia spesso limitata e confusa.
E infine la classifica generale dei 28 cantanti in gara: sul podio Marco Mengoni,

I cittadini «contro» il Festival di Sanremo non lo hanno guardato
Quest’anno c’è chi ha «fatto finta» che il Festival di Sanremo non esista: a differenza di quello che è successo negli ultimi 20 anni non ha modificato la normale programmazione, ma ha tenuto regolarmente accesi i suoi canali preferiti.
<<Le reti alternative hanno continuato la propria normale programmazione anche durante la settimana del Festival di Sanremo. L’evento di musica, costume e tv più importante in Italia, da editori hanno ritenuto un valore aggiunto fornire al pubblico un’alternativa di visione e assicurare ai telespettatori tutti gli appuntamenti abituali senza pause>>
Trovano dunque conferma nei sondaggi sull’ascolto del Festival i commenti dei cittadini che «non sono interessati a quel genere di prestazioni artistiche».

Lo specchio della società
È il Festival della canzone italiana a mostrare uno spaccato della società di oggi che, seppur legata alla tradizione, porta sul palco stereotipi e contraddizioni dei tempi.
La società non si divide in due; da una parte quelli che seguono Sanremo, e dall’altra quelli che negano categoricamente di farlo. Esiste un mondo che vive a prescindere dall’evento.
Mentre sul palco dell’Ariston gira una giostra impazzita di business economico, in Turchia e in Siria muoiono oltre 33.000 persone sotto gli edifici crollati. In Ucraina continua un devastante scenario di guerra e di morte, per strada dormono nei cartoni i senzatetto.
Nel caleidoscopio di colori e suoni esiste uno spaccato della società.
Uno spaccato della società attuale che preferisce dare spazio all’immagine. Meglio la forma che il contenuto, si potrebbe dire. Quella società che aspetta il Festival per vedere cosa indosserà la valletta (diventata negli anni co-conduttrice) di turno.
Una società che cerca il gossip, il dibattito, un evento inaspettato, ma non cerca la canzone. O lo fa, ma in un secondo momento.
Una società che vuole essere politically correct, e quindi dà spazio a tematiche socialmente rilevanti e le espone sul grande palco dell’Ariston.
Una società che da “Grazie dei fiori” di Nilla Pizzi – vincitrice della prima edizione del Festival nel 1951 – arriva a chi i fiori li prende a calci. E lo fa su quello stesso palco che un anno prima gli dà fama e notorietà.
La prima serata del Festival di Sanremo è stata scossa dai calci di Blanco, che si è avventato sui fiori dell’Ariston, perché non sentiva la sua voce, come ha detto dopo i fischi del pubblico.
“Questo ragazzo.ha sfruttato il palcoscenico per lanciare il suo brano, ha fatto quello che fa nel videoclip della canzone”.
“Era tutto studiato per fini pubblicistici di un brano pronto ad uscire dopo il Festival”
Ma se vuoi provocare devi averne la bravura, l’eleganza e l’originalità.
Drusilla Foer ha il lasciapassare per attrarre ed essere ascoltata. Un carisma pazzesco, che arriva al cuore e lei è come una spada.
Celentano dopo Sanremo: «Ho letto i giornali, ora è certo che non posso tornare in tv»
Su Instagram il Molleggiato sembra riferirsi alla gara canora conclusasi ieri sera senza nominarla direttamente. Adriano Celentano, cantante, attore, provocatore sulla scena artistica da sessant’anni, scrive su Instagram: «Ho letto i giornali… Ora è certo: non potrò più tornare in televisione». Il «molleggiato» non la nomina direttamente, ma il riferimento sembra chiaro alle polemiche sulla manifestazione canora. L’ex ragazzo della via Gluck non potrà più portare le sue provocazioni sul palco o in studio.
Celentano ha partecipato al Festival di Sanremo cinque volte, vincendolo nel 1970, con «Chi non lavora non fa l’amore». Alla sua prima volta, nel 1961, esordì voltando le spalle alla platea in sala e a quella televisiva. Un gesto provocatorio in un festival fino a quel momento modello di bon ton e perbenismo. Un gesto che ruppe gli argini. Un anno dopo, «osò» sfidare il dominio delle case discografiche creando il Clan, una etichetta indipendente che riuniva una squadra di artisti-amici. Per non parlare del suo sostegno alla causa ambientalista quando ancora l’ambientalismo non era una causa: l’arruffato processo di urbanizzazione delle città finì nel mirino della canzone «Il ragazzo della via Gluck».
Premendo il tasto forwarding arriviamo velocemente al 3 ottobre 1987. Su Rai1, l’ammiraglia di Viale Mazzini, va in onda il primo dei silenzi di Adriano Celentano. Una svolta epocale nell’intrattenimento televisivo. A «Fantastico», durante un discusso monologo sulla caccia alla vigilia dei referendum abrogativi del 1987, il cantante invita gli elettori a scrivere sulla scheda la frase riportata sulla lavagna, «La caccia e contro l’amore» (dopo aver mostrato un cruento filmato di Greenpeace che documentava il massacro di cuccioli di foca da parte dei cacciatori. Sui silenzi Celentano ha costruito una intera carriera. Se non è questa provocazione.
Fonte immagini: Festival di Sanremo 2023, Official Page FB


