“Pozzallo o Palermo”. La pretesa delle  Ong che  vogliono  scegliere il porto di sbarco


26 Gennaio 2023 – 13.00
Non si ferma l’attività di imbarcare migranti ma ora la Geo Barents pretende la scelta di indicare all’Italia dove sbarcare.

La concezione di sovranità nazionale, per  l’Italia, è un concetto non contemplato da chi naviga e gestisce le Ong dei migranti. La  pretesa di voler entrare in un porto da loro indicato e deciso che non è quello legittimamente indicato dalle autorità italiane per la Geo Barents, è un dato di fatto che  balza con sconcerto agli occhi.
Non solo,  vuole scegliere dove sbarcare i migranti recuperati nel Mediterraneo, dopo aver effettuato tre interventi, invece di uno, sfidando apertamente il governo.

Si legge nella nota che la Ong Medici senza frontiere avanza la pretesa di scelta tra due porti specifici in cui  attraccare:  Pozzallo e quello di Palermo, entrambi in Sicilia. “

Mentre gli altri posti sono significativamente più vicini alla nostra posizione attuale, l’Italia ci ha assegnato La Spezia come porto sicuro a seguito delle operazioni di soccorso effettuate dal nostro team. Perché non Pozzallo o Palermo?“, si chiede la Ong, aggiungendo una mappa del Mediterraneo in cui si sono sbadatamente, ma non troppo, dimenticati di aggiungere la Tunisia e Malta. Ma la nota di Medici senza frontiere continua: “Secondo il diritto internazionale, un liuogo sicuro dovrebbe essere assegnato ‘con la minima deviazione dal viaggio della nave’ e dovrebbe essere fatto ogni sforzo ‘per ridurre al minimo il tempo delle persone soccorse, rimanere a bordo della nave che presta assistenza’, ovvero il prima possibile“.

Le navi Ong  appellandosi al diritto internazionale per giustificare i loro interventi in mare  dimenticano che queste norme regolano i salvataggi occasionali e non sistematici.
La minima deviazione del “viaggio della nave”, che esiste per tutte le navi che si spostano da A a B, imporrebbe a loro di sbarcare in Tunisia. Ma queste navi vanno nel Mediterraneo per la ricerca sistematica, si muovono arbitrariamente, spesso “a bastone” davanti alla Libia per aspettare i barchini.
Pertanto le motivazioni a sostegno alle loro tesi non hanno fondamento, ancor più che gli interventi vengono fatti in zona Sar libica da navi battenti bandiera straniera, in questo caso norvegese. L’Italia non avrebbe alcuna autorità specifica ma agisce in rispetto dell’obbligo di soccorso. Ma nel momento in cui le navi non fanno richiesta ai porti dei due Paesi più vicini, Malta e Tunisia, il marittimista Giuseppe Loffreda ha spiegato che l’Italia ha l’autorità e il diritto di assegnare alla nave il porto che preferisce. Una scelta che viene fatta dal governo del Paese non solo in relazione ai bisogni dei migranti che viaggiano sulle navi delle Ong ma soprattutto della sicurezza nazionale.
Le Ong sono tenute a sottostare alle norme del decreto di Matteo Piantedosi se vogliono sbarcare in Italia.
Ieri, la nave Geo Barents ha proseguito con altri due interventi dopo l’assegnazione del porto di La Spezia, in violazione in quanto ha ritardato la partenza verso il Pos assegnato. Stando alle indicazioni del Viminale, sarà cura del prefetto e autorità di polizia, dopo l’arrivo nel porto assegnato, ad accertare eventuali irregolarità nella condotta della Geo Barents.

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