Meteo: l’Orso russo si sta avvicinando all’Italia, pericolo Burian con tanto freddo e anche neve

L’orso russo si sta avvicinando all’Europa e all’Italia. Secondo gli ultimi aggiornamenti per le prossime settimane crescono le probabilità di avere fasi fredde e anche neve sotto la spinta del temibile Burian. 

Partiamo tuttavia da una doverosa premessa. Con il termine Burian si identifica un gelido vento nordorientale che durante il periodo invernale soffia sulle gelide e sterminate lande siberiane o le steppe kazake diretto verso gli Urali e le pianure sarmatiche. Spesso esso si spinge in Asia sin verso lo Xinjiang, mentre più raramente valica gli Urali invadendo l’Europa. Il termine deriva dalla lingua russa o ancora prima dal turco buragan, che significa “vento molto forte“. In effetti il Buran è un vento burrascoso il cui arrivo, oltre a far crollare la temperatura (anche di 10°C in meno di 24 ore), è spesso legato a vere e proprie tempeste di neve.


Alcuni esempi di questi eventi si sono avuti nel Febbraio del 1929, Febbraio del 1956, Marzo del 1987, Dicembre del 1996, Dicembre del 2001 ed ancora il Febbraio del 2012, del 2018 e del 2021, per essere più vicini ai giorni nostri.

Gli ultimi aggiornamenti del Centro Europeo e dei principali centri di calcolo iniziano a fiutare dei movimenti interessanti a scala europea già dalla prossima settimana e poi per l’ultima decade di Gennaio. Come mostra la mappa qui sotto, riferita al 22 Gennaio, sull’Europa settentrionale ed orientale è presenta una vasta area gelida di aria Artico-continentale denominata in termine tecnico Anticiclone russo-siberiano o appunto, Orso Russo, dagli appassionati di meteorologia.

La caratteristica principale di questa figura atmosferica sono le temperature glaciali che si raggiungono a causa della graduale sedimentazione del freddo nei bassi strati, in gergo meteorologico “raffreddamento pellicolare”. La presenza della neve su ampie zone della pianura siberianafavorisce il raffreddamento radiativo (dispersione del calore verso lo spazio) e amplifica l’effetto albedo: il manto nevoso riflette cioè i raggi del sole in alta atmosfera e la temperatura dell’aria non riesce a riscaldarsi ma anzi, continua a raffreddarsi sempre di più. Attualmente in prossimità del suolo si registrano temperature intorno ai -30°C anche a Mosca.


L’ipotesi è che parte di questa bolla fredda possa scivolare verso occidente innescata da una possente figura anticiclonica centrata sulla Scandinavia.

Se ciò dovesse venir confermato due terzi d’Europa sprofonderebbero nei rigori invernali che coinvolgerebbe non solo gli stati centrali, ma anche la Penisola Iberica, Mediterraneo centro-occidentale e parte dell’Italia. Tutto ciò comporterebbe un crollo verticale delle temperature con valori che scenderebbero ben al di sotto delle medie climatiche e la possibilità (in caso si venissero a creare dei cicloni) di nevicate fino a quote di pianura
Seguiremo con molta attenzione questa possibile evoluzione.

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