7gennaio Festa del Tricolore

Storia del Tricolore italiano che compie oggi 226 anni.

Il Tricolore compie oggi 226 anni ed è il simbolo intorno al quale con fierezza ci stringiamo, più che mai.

“La bandiera del Tricolore è sempre stata la più bella. Noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà”. Così recita una canzone popolare, scritta nel 1848 e molto in voga durante il Risorgimento. Nell’Ottocento, infatti, quando il territorio italiano era diviso in vari Stati, il Tricolore si affermò come simbolo di libertà e identità nazionale e oggi è uno dei più importanti simboli della Repubblica.

Ma che cosa significano i tre colori – verde, bianco e rosso – della nostra bandiera? E quando e perché fu scelta per rappresentare l’Italia?

La storia del Tricolore ha inizio alla fine del Settecento. La nostra bandiera, infatti, trae ispirazione da quella della Francia, introdotta nel 1789 durante la Rivoluzione.

Nel 1796 Napoleone Bonaparte invase l’Italia settentrionale e fu accolto come un liberatore da una parte degli abitanti. Gli italiani costituirono delle milizie per combattere al fianco delle truppe napoleoniche e, come simbolo di riconoscimento, si dotarono di coccarde e stendardi ispirati alla bandiera francese. In particolare, la Legione Lombarda usava una coccarda bianca, rossa e verde, scelta perché il bianco e il rosso, oltre a essere presenti nelle coccarde francesi, caratterizzavano lo stemma della città di Milano, mentre il verde era il colore della divisa della Guardia civica milanese sin dal 1782.

Sebbene i tre colori non avessero un significato specifico, a essi fu attribuito presto un valore simbolico: il verde rappresentava la speranza, il bianco la fede e il rosso l’amore.

Il Tricolore fu adottato ufficialmente il 7 gennaio 1797 dalla Repubblica Cispadana, uno Stato creato alla fine del 1796 su parte del territorio delle attuali Emilia-Romagna e Toscana. Il Parlamento della nuova Repubblica, riunito nella sua sede di Reggio Emilia, decretò:

Che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti.

Verbale del Parlamento cispadano, 7 gennaio 1797

La bandiera della Repubblica Cispadana era abbastanza diversa da quella attuale, perché le strisce erano disposte in orizzontale e al centro era collocato uno stemma. Da allora, però, verde, bianco e rosso sono diventati i colori nazionali dell’Italia.

Il Tricolore, in diverse forme e con vari stemmi, fu usato dalle Repubbliche create tra il 1796 e il 1799 sul territorio italiano e, in seguito, dal Regno d’Italia “napoleonico”, esistito negli anni 1805-1814 ed esteso su buona parte della Pianura padana.

Nel 1815 iniziò il periodo della Restaurazione: molti degli antichi regnanti, spodestati da Napoleone, poterono riappropriarsi del trono e il territorio italiano, oltre a essere diviso in vari Stati, si ritrovò sotto il dominio, in parte diretto e in parte indiretto, dell’Impero d’Austria. L’uso del Tricolore fu duramente represso dalle autorità politiche in tutto il territorio italiano.

Tuttavia, proprio negli anni tra il 1815 e il 1861 il Tricolore assunse una specifica valenza ideologica: i patrioti del Risorgimento che aspiravano, se non all’unità nazionale, almeno all’indipendenza dagli austriaci, lo consideravano il più significativo simbolo della libertà.

Nel 1848 una nuova ondata rivoluzionaria interessò l’Europa e il Tricolore fu usato durante tutti i moti che ebbero luogo sul territorio italiano. Inoltre Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna (cioè di uno Stato composto grosso modo da Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Sardegna) e sostenitore, entro certi limiti, delle rivoluzioni, adottò il Tricolore con le strisce verticali come bandiera ufficiale del suo Stato. Al centro della bandiera era collocato lo stemma di Casa Savoia, uno scudo rosso con una croce bianca.

Nel 1861, quando fu proclamato il Regno d’Italia, questa bandiera fu adottata ufficialmente e restò l’emblema del Paese fino alla proclamazione della Repubblica nel 1946. Durante il regime fascista (1922-1943), Mussolini propose di aggiungervi il fascio littorio, simbolo del fascismo, ma la proposta fu rifiutata dal re Vittorio Emanuele III (si decise solo di costruire la parte terminale dell’asta a forma di fascio).

Come sappiamo, il 2 giugno 1946 un referendum decretò l’abolizione della monarchia e l’instaurazione della Repubblica. Poco più di due settimane dopo, il 19 giugno, un decreto del governo stabilì di rimuovere dalla bandiera lo stemma dei Savoia. La striscia bianca rimase “vuota” e la bandiera assunse l’aspetto attuale. La decisione fu confermata dall’Assemblea costituente nel 1947.

Per descrivere la bandiera italiana, non basta dire che è verde, bianca e rossa. Essa, infatti, ha connotazioni molto precise, stabilite da apposite leggi. Anzitutto, è regolata la disposizione dei colori: il verde deve stare vicino all’asta, seguito dal bianco e dal rosso.

Le tonalità sono fissate da un decreto del governo del 2006, che ha aggiornato la normativa precedente (secondo la quale i colori erano lievemente diversi). La normativa italiana precisa anche le proporzioni della bandiera, inoltre, prevede disposizioni precise per l’esposizione del Tricolore nei luoghi pubblici. Ad esempio, dal 1996 in molti casi è obbligatorio esporre, insieme alla bandiera italiana, anche quella dell’Unione Europea.

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